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lunedì 28 aprile 2014

Il Palleggiatore

Come promesso ai 6 palleggiatori in squadra, ecco l'articolo:
( da volley4fun.it )


Se non vi riconoscete in una delle seguenti descrizioni o se non avete mai giocato insieme ad un palleggiatore con tali caratteristiche, forse in verità… non avete mai veramente giocato a pallavolo!
Si consiglia di condividere questo articolo taggando tutti i vostri compagni ed ex compagni “gloriosi interpreti” di questo ruolo, indicando accanto il numero che contraddistingue il tipo di palleggiatore a cui assomigliano maggiormente!

1 – IL COMUNICATORE
Dall’esterno sembra un leader incredibile: prima di ogni maledetta azione indica ad ogni compagno la palla che andrà ad alzargli, spiegando cosa vuole da ciascuno di loro e richiamando all’attenzione anche lo schiacciatore di seconda linea perché si tenga pronto per un’eventuale pipe. Finisce le partite con la gola secca, le dita doloranti a causa dei troppi segnali fatti e molto probabilmente il 99% delle palle che avrà dato saranno state palla alta e primo tempo avanti. Pipe neanche una per sbaglio.

2 – IL NEMICO DEI RICETTORI
E’ più forte di lui, in verità non vorrebbe puntualizzarlo nell’analisi del post gara dopo ogni sconfitta, ma se la sua squadra perde la colpa è sempre e solo della ricezione. Praticamente ossessionato dai bagher imprecisi dei suoi compagni, vive nella perenne attesa di giudicare un errore nel primo tocco del suo team, elemento di cui si nutre e forse unica vera ragione per cui continua a giocare. I più raffinati si lamentano anche con ricezione precisa: quando è troppo alta fanno fatica ad arrivarci in salto, quando è troppo bassa non riescono a palleggiare in salto e quindi non sviluppano il gioco che vorrebbero, l’importante è far passare chiaro il messaggio che la colpa è sempre e solo dei ricettori, feccia della squadra.

3 – IL CERBIATTO
Giocatore spesso non appariscente ma sempre apprezzato dai compagni, che conquista con i suoi modi gentili e dall’impegno costante con il quale sopperisce ad eventuali mancanze tecniche. Quando un attaccante viene murato nei denti o sbaglia clamorosamente una schiacciata cerca di addossarsi le colpe chiedendo scusa per i suoi peccati. Con lui vietato sbagliare un attacco quando ti mette col muro a uno, la sua vendetta sarà straziante: guardandoti con i suoi occhi lacrimosi cercherà di capire perché sei stato così crudele con lui, ti farà sentire come se avessi appena abbandonato un cucciolo in autostrada ed il tuo gioco, se sei un attaccante particolarmente sensibile, ne risentirà di sicuro.

4 – IL VENDICATIVO
Quando un’azione finisce con l’evento negativo (perdita del punto) spesso nei secondi successivi avviene la classica “caccia alle streghe”: trovare il maggior responsabile della perdita del punto. Se hai in squadra questa tipologia di palleggiatore ti consiglio caldamente di non puntare mai il dito verso di lui, non la prenderà sicuramente bene e molto probabilmente non ti alzerà più una palla se non per disperazione. Nel caso in cui ti capiti di sbagliare un attacco su palla buona, con davanti a muro il più nano della squadra avversaria, evita commenti del genere “dammela 30 cm più alta” o “40 cm più esterna” nel vano tentativo di condividere le colpe, potrebbe smettere di palleggiarti da lì fino alla fine dei suoi giorni.

5 – IL GRINTOSO
Urla, impreca, strattona i compagni, batterebbe il 5 anche al pubblico ed ai segnapunti e non accetta vedere i suoi attaccanti in silenzio dopo un bel punto. Soffre tantissimo il fatto di non concludere quasi mai il punto lui (di seconda cercherà spesso di attaccare “forte” evitando il classico pallonetto da palleggiatore, che non lo esalta a sufficienza) e di conseguenza vive delle esultanze congiunte con i suoi attaccanti. Quando esce definitivamente di testa inizia ad alzare solo ai compagni che gli daranno soddisfazione nell’eventuale esultanza successiva, fregandosene delle potenzialità dei singoli in attacco e del punteggio, spesso condannando la squadra alla sconfitta ed i compagni ad una visita specialistica per capire se la perdita d’udito causata dalle sue urla è momentanea o permanente.

6 – IL FINTO DISINTERESSATO
Sembra che sia in palestra solo perché non c’era niente di meglio da fare, sarebbe capace di fischiettare spensierato anche nel bel mezzo delle partite più importanti ma questo è solo un atteggiamento di copertura: spesso la notte prima ha dormito male, pensando a chi alzare nelle varie situazioni, ed ha passato le tre ore precedenti al match bloccato sulla sedia di cucina davanti all’orologio ad aspettare l’ora per andare al ritrovo. Lo individui facilmente durante il riscaldamento perché evita di fare stretching: essendo teso come una corda di violino potrebbe spezzarsi al solo tentativo.

7 – AFFETTO DALLA SINDROME DELLE MANI GELATE
Ha una circolazione sanguigna difettosa che lo costringe a limitare i movimenti degli arti superiori durante il riscaldamento e nelle prime fasi del match, durante le quali alzerà solo primi tempi ed eventualmente si rifugerà nelle alzate di bagher per servire i laterali. Se entra dalla panchina senza preavviso rassegnatevi: il set sarà perso prima ancora che gli torni la sensibilità ad un singolo dito.

8 – IL PROTAGONISTA
Può confondersi nella mischia senza problemi per tutto il set, ma quando il punteggio inizia ad essere caldo il suo ego si presenta puntuale come un orologio svizzero. Sul 24-23 chi lo conosce sa che non ci saranno dubbi sulla sua scelta: se è di prima linea tenterà di chiudere lui la partita, se è di seconda linea l’alzata più complicata sarà l’unica soluzione concepita dalla sua mente malata.

9 – IL RIVOLUZIONARIO
Solitamente è un palleggiatore d’esperienza, abituato a dettare i ritmi della squadra seguendo il suo istinto camuffato da conoscenze storiche di dubbia provenienza, l’allenatore può stare delle ore a spiegargli come vuole che vengano gestiti gli attaccanti, può scrivere appunti o fare video su video ma il risultato sarà sempre uguale: il Rivoluzionario se ne sbatte di tutte queste imposizioni e va dritto per la sua strada. Spesso a fine stagione viene invitato dalla società, su indicazione del Mister, a proseguire sempre dritto per la sua strada, fuori dalla palestra.

10 – IL DE CECCO DEI POVERI
Esaltato dalle prestazioni del suo idolo e sentendosi molto vicino a lui tecnicamente impreziosisce le sue prestazioni con alzate ad una mano, primi tempi dati in ginocchio, tese di banda alzate in bagher e mille errori gratuiti, nonché inutili, fatti per appagare il suo ego. Ovviamente gli schiacciatori si commuovono ogni volta che ricevono un’alzata precisa e spesso per ottenere un gioco regolare devono  ricorrere alle minacce fisiche. Ulteriore caratteristica distintiva: con ricezione precisa non si esalta e quindi si limita a fare doppie o ad alzare senza voglia e senza senso.

11 – LO STRESSATO
Buono di carattere, sensibile alle opinioni dei propri compagni si ritrova alla fine di ogni punto cinque persone a commentare il suo palleggio e nel tentativo di assecondare tutte queste correnti di pensiero va in confusione totale. Facilissimo da riconoscere in campo: nei momenti di difficoltà ha gli occhi sbarrati nei quali leggi la consapevolezza di essere prossimo ad un errore, spesso sembra più vecchio della sua età, logorato da questo sport. Rappresenta l’unico caso in cui parenti e amici gli consigliano di smettere per la paura che prima o poi abbia un crollo nervoso.

12 – IL DEMORALIZZATORE
In campo mette tutti a proprio agio con frasi come “se sbagli anche il prossimo attacco non ti alzo più una palla”, “se non sai fare un appoggio decente torna al minivolley”, “mi devo comprare dei pattini oppure hai intenzione di iniziare a ricevere decentemente?”. Spesso quando esce impreca contro l’allenatore, si mette la tuta e si rifiuta di rientrare, tanto la partita è già persa ed i suoi compagni fanno schifo.

13 – IL PADRE PADRONE
Ti alza volentieri, ma tu devi attaccare dove e come vuole lui, altrimenti esci dalle sue simpatie e vieni estromesso dal gioco. Il problema principale è che spesso comunica dove e come attaccare dopo il colpo d’attacco… e se hai sbagliato sei fregato.

14 – L’IGNORANTE
Nel senso che ignora ciò che gli accade intorno: non sa quali compagni sono di prima o seconda linea, non sa il punteggio, non sa niente degli avversari e quindi alza senza distinzioni: stessa palla per tutti e distribuzione totalmente casuale. Spesso i Mister che hanno questo tipo di palleggiatore per almeno due anni consecutivi tendono ad avere problemi di caduta dei capelli causata dal forte stress.

15 – L’ESIBIZIONISTA
Pronto a tutto pur di ricevere ovazioni e per essere notato: batte in salto, spesso attacca di seconda intenzione, esulta in modo vistoso, discute sotto rete con gli avversari ed i casi più gravi fingono gravissimi infortuni solo per poi rialzarsi miracolosamente, dopo un paio di minuti passati agonizzanti a terra, pronti per riprendere a giocare, ma soprattutto pronti per ricevere gli immeritati applausi del pubblico per il finto coraggio dimostrato nel voler stoicamente proseguire la partita.

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