Dopo aver lasciato la pallavolo seria ed aver provato (senza fotuna) la carriera di modello per le scatolette dei boxer da uomo (senza fortuna xchè la fotocamera non si centrava nei suoi 198 cm di prestanza, fotografandogli sempre le ginocchia e, diciamocelo, a chi interessano le ginocchia?) il nostro eroe, dovendo pur sbarcare il lunario, cede alle lusinghe della popolarità e dei soldi facili che la pallavolo mista da sempre offre. Ovviamente lo fa cercando in tutto il veneto una squadra che sia all'altezza della sua altezza, della sua fama, della sua seta. Ed è solo un caso che Egli risieda a 40 secondi dalla nostra palestra. A piedi.
Si fa notare fin da subito per la sua integrità sportiva (“ok facciamo l'ultima birra ma che siano solo 2”), la puntualità svizzera (“co rivo rivo”), il rispetto per l'avversario nelle esultanze morigerate ma sopratutto per la ferocia con cui maneggia quel tronco di baobab che ha al posto del braccio destro. Durante la stagione scopre l'arte del tuffo (che esegue peraltro con una leggera leggiadria leggendaria, non a caso Simone Biles ha un poster di Michele in cameretta) e il piacere dei palleggiatori spalmati sulla schiena quando decide che il secondo tocco è suo. MONUMENTALE
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