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Breaking News: ATTENZIONE!! Su richiesta del Veliero ci sarà l'inversione di campo, quindi la prima partita sarà fuori casa

giovedì 26 marzo 2015

Tabellone Fase Finale



E dopo una consultazione nazionale (perbacco!) il Grumolo si riprende l'8vo posto disponibile per la fase finale del campionato di quest'anno. Come detto infiliamo così un 4/4 del nostro girone iniziale nelle 8 squadre finali. Purtroppo la sorte ha voluto che sia tutto concentrato nella parte alta del tabellone con sfide dirette per i quarti e anche per le semifinali in ogni caso.
Molto interessanti anche le partite della parte bassa con Union e Villa che si sfidano sicuramente con la sportività che abbiamo visto contraddistinguerle, e Pieve e BPVi che si incontrano per una partita che ha fatto la storia di questo campionato. Buona fortuna a tutti.

martedì 24 marzo 2015

Dottoressa!!


Congratulazionissime alla nostra De,
Dottoressa in Relazioni Pub(bl)iche e comunicazione d'Impresa! Olè

sabato 14 marzo 2015

Quarti


Questo il verdetto del campo, la verità dei 162m2.
Se gli scontri diretti parlassero a favore del Grumolo, troveremmo 4 squadre su 4 del nostro Girone di prima fase passare ai quarti, con blu volley a primeggiare nel suo girone, S.Anna che passa come seconda nel girone di ferro, e Grumolo stessa che sarebbe passata nonostante sia stata falcidiata dagli infortuni per metà girone. Complimenti a tutte, e a UPD Union che passa con noi nel nostro girone, con i due t-break tiratissimi cui abbiamo dato vita che lasciano pochi dubbi sugli equilibri dello stesso.



venerdì 13 marzo 2015

Sullo Sport, la competizione, il senso del merito e un minimo di Orgoglio

Un Campione dal Cuore Pulito



Ha fatto il giro di tutti i social network la foto scattata lo scorso 2 di dicembre nella località navarra di Burlada, che ritrae il podista venticinquenne Iván Fernández Anaya, di Vitoria-Gasteiz, capitale della provincia di Álava, nei Paesi Baschi, mentre, in dirittura d’arrivo alla XXI corsa campestre Hiru-Herri, Trofeo Regno di Navarra, dalla seconda posizione guida il keniota Abel Mutai, primo nei 3000 m siepi all’Olimpiade di Londra, che, convinto di aver passato il traguardo, ha rallentato il passo e sta già salutando da vincitore il pubblico. Un errore clamoroso, che permette a Iván di recuperare terreno.

«Per me era una corsa molto significativa perché l’avevo vinta l’anno precedente e con quella per la prima volta sono diventato campione a livello internazionale in una categoria assoluta», ricorda Iván. «Sapevo che quest’anno sarebbe stato complicato per la presenza di atleti di gran livello come Daniel Mateo, David Solís, Antonio Etxeberria, Eliseo Martín e soprattutto il gran favorito, la medaglia d’oro Abel Mutai. Personalmente avevo molti dubbi, nelle competizioni precedenti non avevo riscontrato sensazioni positive, però avevo molta voglia di provare di essere meglio di quanto dimostrato nelle settimane anteriori».

La gara comincia all’una del pomeriggio sotto una lieve pioggia, temperatura intorno ai sette gradi. Inizialmente per i primi cinque-seimila metri Iván corre assieme a un gruppo di otto persone, finché, a due giri dalla fine, Mutai impone un forte cambio di ritmo. Iván e Solís lo raggiungono, quindi Iván decide di tentare la sorte e aumentare ancora il ritmo. Mutai gli s’incolla a ruota: «in alcuni momenti riuscivo a dargli cinque metri ma era impossibile staccarlo».

Trascorrono così quattro chilometri, finché a duecentocinquanta metri Mutai fa un forcing e la distanza tra i due diventa incolmabile.

«È stato in pista, a cento metri dalla meta che è successo tutto. Ho visto che Mutai ha cominciato a frenare, si rivolgeva ai presenti. Quando sono ricomparso all’orizzonte, il pubblico gli gridava che non era finita, ma lui non capiva. Quando l’ho raggiunto gli ho messo una mano sulla schiena e gli ho detto che la linea era più avanti, ma non capiva nemmeno me, cosicché ho deciso di accompagnarlo al traguardo. Si era guadagnato la corsa fuori dalla pista, era lui l’unico vincitore».

Ti aspettavi che il tuo gesto oltrepassasse le barriere nazionali?

«La verità è che non ho mai immaginato che potesse giungere fin dove è arrivato. Non sapevo nemmeno che ci fossero delle telecamere a riprendere l’arrivo della corsa. Essendo un gesto “normale” non pensavo che avrebbe causato tanta agitazione nei media».

Hai poi parlato con Mutai?

«Dopo la gara siamo stati in giro una ventina di minuti assieme ma con il fatto che Abel non parla bene il castigliano e che né io né lui conosciamo molto l’inglese, è terminato tutto presto con un abbraccio».

Quando devi gareggiare contro atleti africani, ti capita mai di sentirti già spacciato alla partenza?

«Non proprio: so che hanno prestazioni superiori ma sono pur sempre battibili, hanno due gambe, due polmoni, un cuore come me. Cerco di motivarmi di più, questo sì. Ma penso sempre di potercela fare».

Se tu potessi tornare indietro nel tempo a quel 2 dicembre 2012, con il senno di poi, ripeteresti il tuo gesto o sorpasseresti il tuo avversario?

«Rifarei ciò che ho fatto. Ho sempre detto che lui è stato migliore di me in gara per cui non potevo beneficiare di un suo sbaglio o di una sua piccola distrazione: lui è stato superiore».

La tua reazione di lealtà sportiva di fronte all’errore dell’ avversario è pervasa dallo spirito del barone De Coubertin. Dovrebbe essere “normale”, per un vero sportivo, allora perché a tuo avviso ha suscitato tanto scalpore?

«Forse nell’epoca di crisi mondiale in cui stiamo vivendo tutti ci costruiamo una corazza e diventiamo più individualisti, guardando soltanto a noi stessi. Anche nei giornali leggiamo quotidianamente di frodi, truffe, inganni, etc.. quindi un atto di rettitudine e cameratismo rimane favorevolmente impresso negli occhi e nelle menti sature di negatività delle genti».

Anche il tuo allenatore ha apprezzato che lasciassi vincere Mutai?

«Sì e no. Mi ha detto che quando si calzano le scarpette lo si fa per vincere. E ha aggiunto che lui avrebbe tirato dritto al traguardo. Il fatto che l’abbia dichiarato pubblicamente gli fa onore, sarebbe più facile dire “sì, anch’io avrei fatto la stessa cosa”, ma lui non l’avrebbe fatta e lo rende onesto ammetterlo».

Hai scelto di praticare uno sport minore. Riesci ad avere soldi a sufficienza per poterti allenare serenamente?

«In effetti è una disciplina molto sacrificata ed è molto difficile oggi riuscire a viverci. Tra il 2008 e il 2013 la Federazione Spagnola ha ridotto i contributi di un 50-60%. Se non riusciamo a trovare altri sponsor, l’atletica è destinata a finire. Approfitto dello spazio sul vostro giornale per lanciare un grido di aiuto a favore di questo sport».

Cosa dà più soddisfazione: un alto gesto sportivo o il primo posto in una gara competitiva?

«I miei risultati stanno andando molto bene, ma lo sport non è solo denaro. Il podismo mi ha dato anche buoni amici e mi ha fatto conoscere buone persone».

Pensi che riuscirai ad arrivare alle Olimpiadi?

«Sì, credo che continuando a lavorare duramente come sto facendo avrò molte probabilità di correre a Rio de Janeiro nel 2016. Per questo mi sto allenando tutti i giorni, anche se al momento sono focalizzato su altri obiettivi che sono più vicini all’orizzonte».

E ai Giochi di Rio chi rappresenterai? La Spagna o i Paesi Baschi?

«Sono disposto a rappresentare entrambi: mi considero basco e spagnolo».

Il Premio Save the Dream 2013: hai viaggiato a Doha, sei stato premiato di fronte a cinquecento tra le personalità del mondo dello sport più importanti direttamente dalle mani dello sceicco Saoud Bin Abdulrahman Al-Thani, del Comitato Olimpico del Qatar, che su impulso qatarino ha istituito questo riconoscimento di integrità sportiva assieme al Centro Internazionale per la Sicurezza nello Sport e di cui è ambasciatore il nostro Alessandro Del Piero. È un sogno da archiviare nel cassetto o uno stimolo per andare sempre avanti?

«Più che un premio, Save the Dream è stata un’esperienza che porterò sempre con me ed è la storia che racconterò in futuro ai miei figli. Non è un mio premio: è un premio della mia Famiglia (l’ha scritto proprio con la maiuscola ndr), dei miei professori del collegio di San Prudencio di Vitoria; è, in definitiva, un premio che va a tutti coloro che mi hanno formato fino ad oggi».

Hai mai augurato qualcosa di cattivo ai tuoi avversari?

«Non penso nel male delle persone. C’è una frase che utilizzo molto che è “quello che non vuoi sia fatto a te, non farlo agli altri”».

Non c’è niente da fare, bisogna rassegnarsi. Dilaga la piaga delle scommesse e in tutto il mondo l’ombra del doping si allunga su gli sport professionistici, ma riescono ancora a nascere e crescere campioni dal cuore pulito. Almeno uno, di nome Iván Fernández Anaya. Che con la sua squadra Bikila ha conquistato da poco il terzo titolo di campioni d’Europa nella corsa campestre, battendo le GS Fiamme Gialle, date per favorite.

Un campione dal cuore pulito.

 - Fine -


Ognuno sceglie chi vuole essere, ogni giorno.

venerdì 6 marzo 2015

Fulgor - Albettone: I Voti



Chiara 7
Rientra dall'ennesimo viaggio di lavoro, smonta/monta la camera e arriva pronta in palestra. Mentre Renzi si fa i selfie lei manda avanti il paese. STAKANOVISTA

Max 7.5
Conduce un match efficace e ordinato fino a 3/4 del terzo set, a quel punto sclera e chiede di essere sostituito, ceduto, espatriato ed esiliato sulla cima del Novegno a riflettere sui suoi presunti errori. Il coach lo rincuora con parole dolci "Qua el coach so mi decido mi xe tutto mio sta in campo sennò te batto come un tappeto persiano" e il nostro eroe per tutta risposta va in  battuta e infila un turno di 9 battute di cui 4 aces. MADMAX

Stella 7
Chiamata in campo con contratto a progetto gioca sprazzi di partita praticamente perfetti. Giornata di riposo per la nostra Stella Gemella che prende mezzo voto in meno per la maglia portata sopra alla divisa, non si sa perchè. TURNOVER

Romy 7
Il raffreddore inserisce nel suo vocabolario parole tipo "BIA, DOBBIA, OBBOSTO e BROSEGGO" ma il gioco non ne risente, gioca rischiando poco e quindi non sbaglia nulla, concedendosì aces con battute più corte della settimana lavorativa di luca barbareschi. COSTIPATA

Ale 7
Partita senza spunti degni di nota. Però da quando, alla domanda "perchè tieni una maglia color majin bu sopra la divisa, non hai la felpa?" la Stella gli risponde "no, ho caldo", la sua vita non è più la stessa. TRAUMATIZZATO

Peach 7
Lo Zaytsev della Marosticana inizia a mostrare il braccione, gradualmente durante il match. Pungente anche in battuta e sicuro dietro come sempre anche se purtroppo molla spesso la copertura lunga avvicinandosi troppo alla linea dei 3 metri, attirato come un cigno reale nella stagione degli amori dalla Ely a muro. ORMONALE

Paola 7
In campo fa punti, in panchina incita e a tavola si secca 1/2lt di rosso praticamente da sola. Serata perfetta. ESEMPIO

Enrico 7
E' in forma, troppo. Ovvero salta come un capretto andaluso quando scappa dagli orsi, va talmente in alto che perde di vista il campo e chiude due rigori in rete. Questi episodi però non macchiano una prestazione convincente soprattutto a muro e al servizio. La pettinatura da chierichetto d'altri tempi però va rivista. DEMODE'

De 7
Alle soglie della laurea trova cmq il tempo e le energie per essere della contesa. Partita impeccabile con pochissime sbavature. Nel riscaldamento darebbe un rene per ascoltare una cazone di Fedez ma questo non succederà mai finchè Ale sarà in quella palestra. ILLUSA

Silvia s.v.
Preservata dal coach ne aprofitta x completare la raccolta punti della palestra new jim. Raggiunta quota 10000 addominali riceve in regalo la tovaglia di mister universo. Grande tifo e saggezza nei time-out. SAPIENTE

Ely 7.5
Continua il percorso di conversione opposto-palleggiatore per la nostra wonderwoman. Purtroppo il collo bloccato, in seguito ad una rissa con 5 bikers che le avevano rubato il posto al banco delle birre finita a testate, la limita un po' nei movimenti, ma lei come sempre, si da' tutta.....GENEROSA

mercoledì 4 marzo 2015

Di che colore è il vestito?

In questi giorni in internet spopola la questione del colore del vestito, ebbene siccome anche noi vogliamo dare il nostro contributo alla ricerca oftalmologica, riproponiamo la questione:

di che colore vedete il vestito ?


il vestito realmente è a righe azzurre e bianche